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Assenza di headliner all'addio del Sónar

Assenza di headliner all'addio del Sónar

Il Sónar ha concluso la sua edizione più complessa di sempre domenica mattina presto, con una serata tutt'altro che memorabile, soprattutto se paragonata alle edizioni precedenti. L'attuale mancanza di headliner contrasta con i lussi a cui eravamo abituati. A prima vista, vengono in mente alcuni nomi che hanno onorato la Fira in passato: Björk, Massive Attack, Lana del Rey, Roxy Music, Devo, gli Chic di Nile Rodgers e i Chemical Brothers.

Questa volta, abbiamo dovuto accontentarci di Nathy Peluso, che ha dimostrato la sua crescente popolarità esibendosi prima sul palco principale e poi presentando il suo album di remix, "Club Grasa". Lo ha fatto davanti a un SonarCar gremito. L'attesa è stata ripagata, visto che si è esibito insieme a Chris Collins e Afri K, entrambi DJ resident dello Zsongo Club di Madrid, famoso per la promozione dell'afrobeats. Circondati dal pubblico, hanno lavorato instancabilmente per offrire una sessione di freestyle rilassante e folle, dominata dai ritmi di amapiano, favela funk e afro.

Orizzontale

Partecipanti al concerto di Nathy Peluso

Jordi Borràs / ACN

house, con un MC, un percussionista e ballerini improvvisati, tra cui la stessa Nathy, che si è divertita un mondo a perreando e cantare le rime di "Menina". Era un caos, ma questo, lungi dal guastarlo, è servito a dimostrare la sua sensibilità mentre improvvisava. Erano così eccitati che hanno dovuto fermarsi perché era il turno di Madrid di nusar3000, un ragazzo misterioso – con un curriculum che lo collega a Rosalía, Judeline e alla stessa Nathy Peluso – che si è esibito mascherato. Per l'occasione, si è presentato in una formazione a quartetto: lui, che sparava beat, un rapper, un tastierista e una darbuka. Tutto per chiarire che è uno che ha rotto gli schemi della musica da club nazionale e che il suo sound può incorporare drum 'n' bass, hip hop e ritmi maghrebini.

Presenza di DJ donne, come la cilena Paula Tape o la tedesca Annegret Fiedler

Il "tocco francese" del duo Polo & Pan, composto dai tastieristi e cantanti Paul Armand Delilley e Alexandre Grynszpan, ha lasciato un ottimo sapore in bocca con il loro kitsch retro-futuristico. Partendo da un mixer luminoso originale, hanno incorporato tastiere e altri pulsanti che hanno usato per creare un suono ricco di swell sintetici, ritmi house chic e cenni alla chanson; soprattutto quando sono stati raggiunti dalla cantante e attrice Victoria Lafaurie, molto efficace in "Nenuphar" con versi in spagnolo o nella lounge e ariosa "Canopée". Quando erano loro a cantare, come in "Nanã", le cose funzionavano altrettanto bene, bilanciando il pop vellutato e l'accento ballabile. Hanno chiuso con l'acclamato singolo "Ani Kuni", con un suono a metà tra western, space e house, e visual, molto in linea con la musica durante il concerto, dai colori sgargianti e naif.

Leggi anche Enric Palau: "Il Sónar deve continuare a esistere anche dopo i suoi fondatori. Dobbiamo preservarlo." Xavi Ayén
Enric Palau, direttore del Sonar, festival di musica elettronica.

Erano presenti anche DJ donne, come la cilena Paula Tape e la tedesca Annegret Fiedler, in arte Perel, che oltre a essere DJ è anche cantante. Si è alternata tra le due in un set efficace che richiamava sia il suo passato underground nella scena club berlinese sia la new wave vintage di Lene Lovich e altre dive post-punk. La DJ britannica Emerald, d'altra parte, non ha potuto competere con il DJ svedese Eric Prydz sulla pista da ballo principale, che ha riempito il locale di un pubblico estasiato da ogni suo colpo di scena costante, celebrandolo con le urla di chi lo viveva come una vera e propria estasi di piacere. E senza un attimo di tregua, la grancassa rimbombava tra sequenze più cupe, come il battito cardiaco di un organismo abissale, in quello che è diventato un vero e proprio coven techno. Un'altra catarsi ritmica, non priva di sperimentazioni, è stata fornita dal famoso produttore americano Skrillex e dal suo collega britannico Blawan. Con volumi brutali, hanno dimostrato che è possibile essere commerciali senza perdere il proprio lato avventuroso. Si sono esibiti sulla pista da ballo all'aperto del SonarPub, gremita fino al soffitto. All'inizio ci siamo lamentati della mancanza di headliner, ma visto il numeroso pubblico di sabato sera, è chiaro che il Sónar non ne ha bisogno; è un marchio che, nonostante qualche battuta d'arresto, continua a prosperare.

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