La Germania resiste con un giocatore in meno fino ai calci di rigore e affronta la Spagna


La Germania, in svantaggio dal 12° minuto, ha resistito e si è assicurata la vittoria ai rigori contro una Francia che non è riuscita a capitalizzare la propria potenza offensiva. Le tedesche hanno dimostrato resilienza in una partita molto fisica, ritrovando la mentalità mancata nella fase a gironi, e il loro portiere, Ann-Katrin Berger, ha brillato. Le tedesche tornano in semifinale, proprio come nel 2022, per affrontare la Spagna mercoledì prossimo.
FRA Francia

1 (5)
Pauline Peyraud-Magnin, Maëlle Lakrar, Selma Bacha, Élisa De Almeida (Melween N'Dongala, min. 111), Griedge Mbock (Alice Sombath, min. 84), Sakina Karchaoui, Grace Geyoro (Amel Majri, min. 111), Oriane Jean-François, Delphine Cascarino (Melvine Malard, min. 75), Maria Antonietta Katoto (Clara Matéo, min. 75) e Kadidiatou Diani (Sandy Baltimora, min. 66)
GER Germania
1 (6)

Ann-Katrin Berger, Franziska Kett (Selina Cerci, min. 113), Rebecca Knaak, Kathrin Hendrich, Sarai Linder (Sophia Kleinherne, min. 19), Elisa Senss (Sara Däbritz, min. 119), Sjoeke Nüsken, Klara Bühl, Janina Minge, Jule Brand (Linda Dallmann, min. 119) e Giovanna Hoffmann (Lea Schüller, min. 97)
Gol 1-0 min. 14: Grazia Geyoro. 1-1 minuto. 24: Sjoeke Nusken
Rigori: 0-1. Janina Minge. 0-2. Ann-Katrin Berger. 1-2. Sakina Karchaoui. 2-2. Melvine Malard. 3-2. Sandy Baltimora. 4-2. Oriane Jean-François. 5-2. Melween N'Dongala. Alice Sombath fallisce. 5-3. Linda Dallmann. 5-4. Rebecca Knaak. Amel Majri fallisce. Sara Däbritz fallisce. 5-5. Sjoeke Nusken. 5-6. Klara Buhl.
Arbitro Tess Olofsson
Ammonizioni Wück (min. 14), Kadidiatou Diani (min. 18), Jule Brand (min. 51), Sjoeke Nüsken (min. 74), Franziska Kett (min. 100), Maëlle Lakrar (min. 114)
Cartellini rossi Kathrin Hendrich (min. 12)
Laurent Bonadei ha apportato alcune modifiche, tra cui due giocatrici di punta sulle fasce: Kadidiatou Diani e Delphine Cascarino, affiancate da Marie-Antoinette Katoto. Al centro della difesa, ha schierato Maëlle Lakrar al fianco di Mbock Bathy, rientrato dall'infortunio, con l'obiettivo di contenere una Germania segnata dalla cocente sconfitta contro la Svezia. Anche Christian Wück ha sorpreso tutti sostituendo Lea Schüller con Giovanna Hoffman, accanto ai due punti di forza della Germania, Jules Brand e Klara Bühl.
Il piano funzionò. Hoffmann fece dimenticare Schüller: diede sfogo in attacco, combatté e instillò grinta in una squadra tedesca che resistette e osava più del previsto in attacco. La Francia, d'altra parte, era a disagio. Lottò senza successo per dominare il centrocampo, dove i tedeschi resistettero saldamente, impedendo a Sakina Karchaoui di emergere e a Katoto di trovare palloni tra le linee. I francesi abusarono della fascia di Diani, mentre la squadra di Cascarino si rivelò più pericolosa. Per fermarli, la Germania ricorse ai falli, che usò per tutta la partita.
In una di queste, al dodicesimo minuto, Hendrich afferrò Mbock per i capelli in area su calcio d'angolo, ricevendo un cartellino rosso diretto e assegnando un rigore trasformato da Grace Geyoro. Ma la Germania non si scompose e continuò a difendere con efficacia. La sua strategia fu vincente: su calcio piazzato, Nüsken infilò di testa un calcio d'angolo e pareggiò.
La stanchezza si fece sentire sui tedeschi, che sbagliarono un rigore, e diede inizio a un assedio francese. L'intensa battaglia tra le due squadre si protrasse fino ai tempi supplementari, con Berger che si dimostrò l'eroe della Germania, impedendo un autogol con una parata strepitosa.
Il loro slancio si è esaurito, e non è rimasto che ai calci di rigore, dove hanno resistito fino a quando la Francia ha fallito dopo 14 tentativi, e la prestazione di Berger è stata cruciale. Gli otto volte campioni hanno dimostrato esperienza e hanno sconfitto la sfidante, che rimarrà tale almeno per un po'.
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È una redattrice sportiva e si occupa delle notizie dell'FC Barcelona. È specializzata in calcio femminile, donne nello sport e comunità LGBTQ+. Ha seguito la Champions League femminile. Ha conseguito una laurea in giornalismo presso l'Università Pompeu Fabra e ha iniziato la sua carriera a EL PAÍS.
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