Negli Stati Uniti lo smantellamento del Ministero dell’Istruzione convalidato temporaneamente dalla Corte Suprema

Lunedì 14 luglio, la Corte Suprema degli Stati Uniti, dominata da giudici conservatori, ha autorizzato temporaneamente Donald Trump a proseguire lo smantellamento del Dipartimento dell'Istruzione. A marzo, il dipartimento ha annunciato una riduzione di quasi il 50% del personale, da poco più di 4.100 a circa 2.200 unità. Il presidente degli Stati Uniti ha quindi firmato un ordine esecutivo che ordinava alla Segretaria all'Istruzione Linda McMahon di "iniziare a smantellare il dipartimento una volta per tutte". Questo piano, sostenuto dalla destra americana, richiede normalmente l'approvazione del Congresso.
Circa 20 stati e sindacati degli insegnanti hanno contestato queste decisioni in tribunale, sostenendo che il governo sta violando il principio di separazione dei poteri invadendo le prerogative del Congresso. Un giudice federale di Boston (nord-est) si è pronunciato a loro favore a maggio, sospendendo il decreto presidenziale e ordinando la reintegrazione di centinaia di dipendenti già licenziati.
La Corte Suprema, composta da nove giudici, tra cui sei conservatori, ha revocato questa sospensione, contro il parere dei tre progressisti. A nome di questi ultimi tre, la giudice Sonia Sotomayor ha denunciato una "decisione indifendibile". "Quando l'esecutivo annuncia la sua intenzione di violare la legge e poi mantiene questa promessa, il dovere della magistratura è quello di bloccare questa illegalità, non di agevolarla", ha scritto.
Un ruolo importante nelle aree svantaggiateL'impatto di questo smantellamento annunciato non è paragonabile a quello che avrebbe in un paese centralizzato, dove l'istruzione è gestita a livello nazionale, come la Francia. Negli Stati Uniti, questo settore è già in gran parte di competenza delle autorità locali. Il Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti svolge tuttavia un ruolo importante, in particolare attraverso sovvenzioni federali alle scuole situate in aree economicamente e socialmente svantaggiate.
Non potrà essere completamente smantellato senza l'approvazione di una legge che richieda 60 voti al Senato, dove i repubblicani detengono attualmente 53 seggi.
La scorsa settimana, la Corte Suprema aveva già aperto la strada ai licenziamenti di massa dei dipendenti federali voluti da Donald Trump, annullando una sentenza di un tribunale di grado inferiore.
Il mondo con AFP
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