«La riqualificazione della Prandina? Un'occasione persa»: Orizzonti attacca il Comune

«Negli ultimi mesi il Comune di Padova ha avviato una serie di iniziative per il recupero dell’area dell’ex caserma Prandina e del tratto delle mura rinascimentali che vi confina. Tra i provvedimenti più recenti ci sono una richiesta di finanziamento regionale da oltre 2 milioni di euro per il restauro delle mura tra Porta Savonarola e Barriera San Prosdocimo, un’altra domanda rivolta allo Stato per il recupero di tre edifici interni al parco, e un piano comunale per la demolizione dei fabbricati non vincolati, affiancato dalla progettazione di un grande parcheggio affidata ad Aps Holding»: inizia con una sorta di "cronistoria" la nota del movimento politico Orizzonti - Il futuro insieme relativa al futuro del Parco Prandina.
Da qui parte l'attacco di Orizzonti: «Emerge forte la critica sulla mancanza di una visione organica e integrata del progetto complessivo. Il masterplan presentato dal Comune nel 2023, anziché rappresentare un punto di partenza per un concorso internazionale di progettazione come auspicato da molte associazioni cittadine, è stato di fatto adottato come riferimento quasi definitivo. Il risultato è un progetto giudicato povero di idee e privo di una reale identità, con spazi verdi ordinari, strutture minime e soluzioni standardizzate. Le immagini diffuse, seppur graficamente efficaci, non riescono a nascondere la banalità dell’impianto progettuale. Preoccupa anche l’assenza di elementi fondamentali come il grande parcheggio nel materiale illustrativo, la demolizione indiscriminata di edifici potenzialmente utili a funzioni sociali e culturali, e la sottovalutazione dell’impatto ambientale e urbano, in particolare in relazione al traffico su Corso Milano. In sintesi, si teme che l’occasione di trasformare l’ex Prandina in un vero polo di attrazione urbana venga sprecata. Si auspica quindi un ripensamento in fase esecutiva, che riduca la superficie destinata al parcheggio, valorizzi alcuni edifici esistenti e apra a una progettazione più creativa, flessibile e partecipata, capace di coniugare qualità urbana, sostenibilità e vocazione culturale».
Padovaoggi