Schlein: «La destra si può battere». M5S: «Ma ora rischio escalation»
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Le opposizioni in Italia guardano al voto tedesco e alle sue inevitabili ricadute: sullo scenario globale, sugli equilibri europei e sugli schemi politici da adottare nella fase nuova che stiamo attraversando.
Ad esempio, cosa dice Elly Schlein della possibile grosse koalition tra popolari e socialdemocratici? «Vedremo quale maggioranza si comporrà» si mantiene sul vago la segretaria del Pd. Poi analizza i risultati prendendo atto della sconfitta della «maggioranza semaforo» guidata da Scholz: «C’è stata una grande affluenza, la più alta dagli anni Novanta, ed una richiesta di cambiamento – dice Schlein – È stato sconfitto il governo uscente di Spd, Verdi e liberal». E ne approfitta per ribadire la sua linea per arginare Giorgia Meloni «Sul voto ha pesato molto la condizione materiale delle persone: inflazione, caro energia, difficoltà delle imprese, la recessione economica – afferma – Le destre hanno la spinta di Trump e Musk ma non sono imbattibili. Non le batteremo rincorrendole ma trascinandole dove non sanno dare risposte. Qui in Italia, in particolare, sul terreno economico e sociale».
Dalle parti del M5S l’esito tedesco assume un’altra sfumatura. Giuseppe Conte, sfidando le sensibilità dei suoi nuovi alleati al parlamento europeo di The Left, aveva scelto come interlocutrice della sua assemblea costituente del nuovo corso pentastellato proprio quella Sahra Wagenknecht che è la grande sconfitta delle elezioni. La «sinistra conservatrice» del Bsw ha stuzzicato l’anima post-ideologica dei 5S, visto che anche Conte nei mesi scorsi ha detto a più riprese di essere contrario a ogni ipotesi (non avanzata da nessun partito in campo, in verità) di «accoglienza indiscriminata» e visto che i suoi si apprestano a sostenere le proposte della Cgil ai prossimi referendum di primavera ma glissando sul quesito che chiede di accorciare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana.
Ma dal M5S manifestano più le preoccupazioni sul fronte della guerra. Dalla delegazione Bruxelles, in particolare, evidenziano che con una futura presidenza di Friedrich Merz si potrebbe andare verso un’ulteriore escalation sul fronte russo-ucraino. «Le note posizioni del futuro cancelliere – dice ad esempio l’eurodeputato Danilo Della Valle – favorevole all’invio di missili Taurus, non lasciano ben sperare». Suonano diverse le parole di Roberto Fico. «L’Europa dev’essere un equilibratore rispetto alla nuova postura Usa – sostiene l’ex presidente della camera – Le elezioni tedesche porteranno Merz alla cancelleria. E anche lui ha detto che bisogna essere indipendenti, ciò che Meloni non riesce a fare perché è sempre a trazione americana».
Per Avs, Angelo Bonelli punta il dito sul ruolo di Musk nel sostegno all’estrema destra: «Mai nella storia democratica europea si era assistito a un interferenza così massiccia e diretta da parte di un magnate della tecnologia – sostiene il portavoce di Europa Verde – Eppure, nonostante questa intromissione Musk è stato sconfitto: non ci sarà alcun governo con AfD». Anche Nicola Fratoianni esprime allarme per la crescita di «forze del nazionalismo estremista, xenofobo, neofascista e neonazista come l’AfD».
D’altro canto, prosegue il segretario di Sinistra italiana, «c’è di buono che a raddoppiare i voti è anche la Linke, la sinistra tedesca, che era data in grande crisi e che ha ottenuto invece un risultato straordinario, risultando il primo partito tra i più giovani». Per il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, la Linke è stata premiata «come il partito più coerentemente antifascista, dopo una campagna fortemente caratterizzata sulla questione sociale, schierata dalla parte della classe lavoratrice e non dei miliardari. ll crollo della Spd invece dovrebbe indurre i socialisti europei, Pd compreso, a rompere definitivamente con le loro politiche neoliberiste e guerrafondaie».
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