Chi è Giovanni Manildo, il candidato del centrosinistra alle elezioni del Veneto

Venezia, 13 luglio 2025 – “Dopo il Veneto di uno, costruiamo il Veneto di tutti”. E il riferimento a Luca Zaia e a quel centrodestra che governa la regione da 30 anni, è puramente voluto. Giovanni Manildo, avvocato trevigiano e già sindaco del capoluogo della Marca - sarà il candidato unico del campo largo di centrosinistra.
Riuniti attorno al suo nome Partito Democratico, Avs, Movimento Cinque Stelle, Veneto che vogliamo, La Rete delle Civiche Progressiste (Veneto Vale), +Europa, Volt Europa, Psi e Movimento Socialista Liberale.
Italia Viva al momento non si è schierata, ma sul nome di Manildo è riunita la coalizione più ampia dal 2010.
"Lui è l'uomo giusto. - ha detto Andrea Martella, segretario regionale del Partito democratico - Noi uniti mentre gli altri si dividono". Con le elezioni regionali alle porte si è delineato, dunque, lo scacchiere nel Centrosinistra veneto.
Una lunga militanza nel PdClasse 1969, avvocato civilista con studio in centro a Treviso, Manildo è da sempre legato al Partito Democratico. Consigliere comunale di opposizione nel 2008, diventa segretario cittadino nel 2009. Nel 2012 vince le primarie e nel 2013 ottiene la storica vittoria contro Gentilini, interrompendo vent’anni di dominio leghista a Treviso. Al ballottaggio ottiene un netto 55,5%: un risultato mai più raggiunto in città.
Gli anni a Ca’ Sugana: tra piazze, mostre e tensioniDa sindaco (2013–2018), Manildo guida una giunta variegata, dai centristi alla sinistra più radicale. Promuove la riqualificazione delle piazze, amplia le pedonalizzazioni, rilancia la cultura con il ritorno delle grandi mostre. Ma il mandato non è privo di attriti: dalle polemiche sul patrocinio concesso al Gay Pride, ai cantieri contestati, fino al tema sempre delicato dei parcheggi.
Figura di mediazione, rigido sui principi ma pronto al compromesso, il suo stile era già allora quello di un "panda da combattimento", soprannome nato durante gli anni da ufficiale alpino a Belluno e poi ripreso nella campagna del 2013.
Una sconfitta amara, poi il silenzioNel 2018, nonostante le attese di riconferma, Manildo viene sconfitto al primo turno da Mario Conte, e lascia la politica attiva dopo sei mesi all’opposizione. È l’unico sindaco della Treviso democratica a non ottenere il secondo mandato.
Oggi, a 56 anni, Manildo torna in campo per la sfida più difficile: strappare il Veneto a un centrodestra diviso, ma ancora fortissimo. L’uscita di scena di Luca Zaia, per limiti di mandato, cambia gli equilibri. Manildo ha già annunciato una campagna itinerante, tra piazze, ospedali, scuole e fabbriche. I temi centrali: sanità pubblica, lavoro giovanile, casa, ambiente e cultura.
La sfida per il Veneto, la nota della coalizione"Giovanni Manildo - dichiara la coalizione - è un amministratore capace e innovativo, una figura autorevole e credibile, in grado di parlare a tutto l'elettorato veneto. Con lui vogliamo proporre un nuovo progetto al Veneto: un'alternativa vera alla destra, dopo trent'anni di governo ininterrotto”.
La scelta di Manildo è coerente con il metodo condiviso dalla coalizione fin dall'inizio: avvenuto tramite una discussione aperta, partecipata e costruita sulle idee. Un progetto per il Veneto dei prossimi 5 anni che il Veneto attende da troppo tempo.
"Le priorità che siamo chiamati oggi a interpretare - conclude la nota - sono il rilancio della sanità pubblica, le politiche per i giovani, l'emergenza abitativa, il lavoro, l'ambiente, la cultura, la competitività e lo sviluppo della Regione. Con Giovanni Manildo candidiamo una persona che ha saputo unire, ascoltare, innovare, e che saprà farlo ancora di più parlando alla società della nostra terra, senza barriere. Una persona che saprà interpretare la voglia di riscatto di un Veneto che ha bisogno di futuro”.
İl Resto Del Carlino