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Immobili privati. IV Comm/1: ddl 36 vuole favorire recupero e riuso

Immobili privati. IV Comm/1: ddl 36 vuole favorire recupero e riuso
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Illustrato in IV Commissione, sotto la presidenza di Alberto Budai (Lega), il disegno di legge 36 che prevede interventi volti a favorire il recupero, la riqualificazione o il riuso del patrimonio immobiliare privato. Il provvedimento riguarda l’adozione di misure di sostegno per la riqualificazione del patrimonio immobiliare privato. L’efficientamento energetico e le azioni per l’autogestione energetica grazie alle fonti rinnovabili, accanto a misure per la sicurezza sismica e per la riqualificazione dei fabbricati, compongono l’articolato.

Vengono inoltre promosse iniziative per l’utilizzo del patrimonio edilizio già esistente mentre, per ridurre il consumo di suolo, non sono previsti interventi per nuove costruzioni o ampliamenti. Una cornice normativa che permetterà l’emissione di nuovi bandi. Due le principali tipologie di azione previste: la manutenzione straordinaria, il restauro e risanamento delle abitazioni private con contributi a graduatoria, e misure per rendere più efficienti le costruzioni dal punto di vista energetico, con procedimento a sportello.

L’assessore alle Infrastrutture, Cristina Amirante, ha spiegato i 12 articoli che compongono il ddl, ricordando le motivazioni e le finalità per promuovere la rigenerazione urbana, la sostenibilità ambientale e la qualità di vita sul territorio regionale, specificando la tipologia degli interventi finanziabili: “Si tratta di una legge quadro motivata dalla necessità di accompagnare un processo edilizio che si svolge sul territorio regionale con difficoltà. Sappiamo quanto il recupero del patrimonio sia più costoso e complesso in un’area sismica”. Amirante ha ricordato come in tempi di Covid, nel 2020, nonostante la totale mancanza di traffico, nella provincia di Pordenone le concentrazioni di Pm2 e Pm10 avessero fatto registrare pesanti sforamenti a causa degli impianti di riscaldamento: “Un punto di partenza molto importante – ha commentato l’assessore -: se vogliamo incidere con un cambiamento sostanziale nelle emissioni alteranti ma anche in quelle nocive alla salute, dobbiamo necessariamente lavorare sul patrimonio edilizio esistente”. Ha inoltre delineato la platea dei beneficiari e il contenuto e le caratteristiche dei bandi, come l’obbligo di residenza in uno degli alloggi realizzati per almeno tre anni dall’ultimazione dei lavori.

Alcuni dei criteri premiali prevedono, ai vari punti, contributi per i soggetti in povertà energetica, i giovani, le nuove famiglie, i nuclei numerosi o con persone con disabilità, insediamenti montani e per servizi di prossimità che aiutano a sostenere e rafforzare la vita quotidiana dei cittadini più bisognosi. Saranno comprese dai contributi le unità immobiliari poste a disposizione per almeno tre anni per un contratto di locazione a canone concordato a uso transitorio non turistico, per chi intenda risiedere o svolgere il proprio lavoro in Friuli Venezia Giulia.

İl Friuli

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