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Leone XIV spiazza la destra. Il "ruolo" del cardinal Varsaldi, possibile "ponte" fra Meloni e il nuovo Papa

Leone XIV spiazza la destra. Il "ruolo" del cardinal Varsaldi, possibile "ponte" fra Meloni e il nuovo Papa

Il racconto

Il governo si interroga sul nuovo Papa "sconosciuto". Nordio: "Mai visto, conosco solo Parolin". Ma Meloni è convinta di costruire un rapporto speciale come con Francesco. Il ruolo del cardinale agostiniano di Vercelli

Roma. Con “disarmante” semplicità, come direbbe Papa Leone XIV: ma chi è? Il ministro Carlo Nordio dice che “Parolin, come sapete, lo conosco benissimo, ma Papa Prevost, purtroppo no”. Gianfranco Fini, con il toscano in bocca, sulle scale della Camera: “Grazie al compianto Giovanni Conso conosco bene il cardinale Re, ma Prevost mai visto”. E Meloni, presidente Fini, conosce Leone XIV? “Con Francesco aveva un rapporto speciale, fortissimo, a Giorgia piacciono i papi guerrieri come Wojtyla, da ragazza ne era innamorata e Leone già dal nome è un Papa di carattere”. Chiamiamo Palazzo Chigi. Avete un “ponte”, con il nuovo Papa, vi piace? “Fa fede la lettera della premier, non commentiamo lo Spirito Santo!”. In Cdm, il governo, in attesa, si porta avanti e impugna la legge sul fine vita della Toscana. Dal cielo ci cade una pera, di FdI, che ci fa sapere: “Un discorso di tipo spirituale. Non ha detto ‘buonasera’, ha pregato”. Fermiamo il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli di FdI: “La scelta mi sembra una risposta a Trump, ma la Chiesa deve fare la Chiesa”. Francesco Filini, lo Strabone di Meloni: “Discorso magnifico e il Papa non si strattona”. Sì, ma il “ponte”? Avete visto che la sinistra già “intruppa” Leone XIV? La malalingua di FdI: “La sinistra si è intruppata anche De Gasperi. Ricordatevi che è un Papa agostiniano. Speriamo argini Zuppi e Sant’Egidio”. Una fonte vicina a Meloni: “Ci piace abbastanza”. Il ponte? La fonte: “Esiste”. Lo ha costruito il solito Mantovano? “Lasciate in pace Mantovano”. Il “ponte”, chi è? “C’è. E’ il cardinale Versaldi che si dice sia stato il regista della nomina di Prevost, agostiniano, conosciuto a Chigi”. Oh! Giuseppe Versaldi, leggiamo: nato a Villarboit, provincia di Vercelli, già visitatore apostolico per i Legionari di Cristo, gran cancelliere della Pontificia università cattolica del Perù, dove Prevost era vescovo, a Chiclayo. Andiamo a destra, dai direttori. Tommaso Cerno, del Tempo, è innamorato della mozzetta rossa di Leone XIV: “E’ tradizionalista nelle forme, nel vestire. E’ senza dubbio antitrumpiano (Steve Bannon lo ha già attaccato) ma è anche il Papa che conosce personalmente Trump, il cardinal Dolan. Il rapporto con Trump potrà essere come quello tra Meloni e Francesco. E’ il Papa del taccuino, della parola scritta”. Racconta l’ex ministro Tremonti: “Ho avuto la fortuna di conoscere Ratzinger e un pomeriggio, passeggiando sulle sponde del Lago di Como, avvolti in un mantello, mi ha spiegato che nella storia della Chiesa si è sempre rispettata la sequenza biblista-populista, a un Papa di forte ragione è seguito un Papa di forte passione. Mi sembra sia andata così”. Meloni? E’ già al suo secondo Papa e spera ancora di portare Trump a Roma. E ora tutti a rileggere le Confessioni di Sant’Agostino: “Angusta è la casa della mia anima: allargala dunque”. Non ditelo a Conte o si inventa un Leone di Superbonus.

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