Manovra 2026, le strategie del governo per più soldi in busta paga: straordinari e festivi con flat tax

Il governo prepara la Manovra 2026 con l’obiettivo di aumentare gli stipendi dei lavoratori italiani. Tra le misure allo studio spicca la possibilità di applicare la flat tax sugli straordinari e sul lavoro festivo, un incentivo pensato per rendere più vantaggioso il lavoro extra e alleggerire il carico fiscale sulle retribuzioni. L’iniziativa punta a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e a stimolare la produttività, in un contesto economico ancora segnato dall’inflazione e dalle sfide del mercato del lavoro.
Pensioni e coperture finanziarie: le sfide della Manovra 2026Accanto agli stipendi, il capitolo pensioni resta centrale. Tra le ipotesi più discusse c’è quella di congelare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027, fermandola a 67 anni e 3 mesi, e di permettere l’uscita anticipata a 64 anni utilizzando il Tfr accumulato come rendita, soprattutto per dipendenti di aziende con più di 50 lavoratori. La proposta ha sollevato critiche dai sindacati e dalle opposizioni, che sottolineano il rischio di ridurre diritti e assegni.
Sul fronte finanziario, la Manovra prevede anche la ricerca di coperture, con ipotesi di contributi da parte delle banche per sostenere le misure su salari e pensioni, mentre restano sul tavolo interventi su Irpef e altri strumenti fiscali.
I lavori sulla Manovra 2026 sono ancora alle prime fasi, con il Parlamento chiuso per la pausa estiva, ma i partiti hanno iniziato a delineare le proprie proposte. Tra le idee emergenti c’è quella di alleggerire il carico fiscale sulle componenti variabili degli stipendi, come straordinari, lavoro festivo e notturno. La misura, simile alla detassazione prevista per i premi di produttività, prevederebbe un’aliquota ridotta rispetto all’Irpef ordinaria, anche se ancora non è stato definito il livello preciso. L’obiettivo del governo è aumentare il netto in busta paga e incentivare il lavoro extra, in parallelo all’introduzione di norme che favoriscano il rinnovo più rapido dei contratti collettivi.
Oltre alla flat tax sugli stipendi variabili, l’esecutivo sta valutando strumenti per evitare che i lavoratori subiscano perdite di potere d’acquisto a causa dei ritardi nei rinnovi contrattuali. Tra le ipotesi ci sarebbe un adeguamento automatico delle retribuzioni all’indice dei prezzi al consumo (Ipca) se un contratto collettivo resta scaduto per oltre due anni. In alternativa, potrebbero essere previsti incentivi fiscali per i datori di lavoro che rispettano i tempi di rinnovo, con tasse ridotte sugli aumenti retributivi per tre anni o un’aliquota speciale al 5%. Lo scopo è rendere più tempestivi i rinnovi e proteggere il salario reale dei lavoratori.
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