Patente ritirata a Cristina Manetti, capo di gabinetto di Giani: è la candidata in pectore per l’assessorato alla Cultura

6 nov 2025

Cristina Manetti, capo di gabinetto del governatore Eugenio Giani
Firenze – Secondo la polizia stradale stava viaggiando nella corsia di emergenza per eludere il traffico. Secondo lei, la potente capo di gabinetto Cristina Manetti (in pectore per l’assessorato alla Cultura della nuova giunta del bis di Eugenio Giani), si era sentita male, tanto che ha chiesto l’intervento di un’ambulanza sulla strada che da Prato conduce a Firenze, in territorio di Sesto Fiorentino. Ma gli agenti che l’hanno fermata le hanno ritirato la patente per l’infrazione al codice della strada, e comminato una multa pesantissima.

Manetti, 45 anni, prima portavoce di Giani, poi capo di gabinetto e ora, appunto, assessora designata in quota Casa Riformista (al posto di un candidato eletto di Italia viva), ha presentato ricorso al giudice di pace che il prossimo 27 novembre deciderà sulla sospensiva del provvedimento, dopo la documentazione presentata per motivi di emergenza legati alle condizioni sanitarie.
La multa nel giorno della vittoria di Eugenio Giani, prima della festa con Elly SchleinIl giorno è cruciale: è il 13 ottobre scorso, quando Giani sta per festeggiare con Elly Schlein e lo stato maggiore del Pd la vittoria in Toscana con un campo larghissimo. Manetti sta arrivando a Firenze, il momento è delicato, la vittoria importante e Manetti in campagna elettorale è stata la coordinatrice della lista Giani con in pancia Italia viva e altri partiti. Tanto che il presidente ha deciso che sarà lei la persona da indicare come nuova assessora alla Cultura, senza del resto incontrare pubblica opposizione del leader di Iv, Matteo Renzi. Ma accade l’imponderabile, come riporta anche il Corriere della Sera: il fermo della Stradale e il sequestro della patente.

Il racconto di Manetti ai suoi fedelissimi - riportato anche nel ricorso - è di un improvviso giramento di testa che l’avrebbe costretta a percorrere la corsia di emergenza fino allo stop della pattuglia. Da lì l’arrivo dell’ambulanza che ne certifica le condizioni di salute (come i successivi controlli svolti in ospedale). La questione, spinosissima, emersa proprio a tre giorni dalla formazione della giunta regionale, è comunque destinata ad aprire un caso tra veleni e polemiche.
La Nazione





