Ricci, Tridico e Decaro: i candidati con la valigia. In caso di ko alle regionali torneranno a Bruxelles


Il caso
Se il voto dovesse andare male, i due europarlamentari del Pd e quello del M5s non resteranno a fare opposizione nelle loro regioni. Come invece ha fatto Orlando in Liguria. Intanto i primi dei non eletti alle ultime europee scalpitano e fanno gli scongiuri
Scaramanzia, certo. Ecco perché non ne parlano nelle roboanti interviste di questi giorni. Danno per scontato, e non potrebbero fare altrimenti, che vinceranno nelle regioni in cui si sono candidati. E però gli europarlamentari Matteo Ricci e Antonio Decaro del Pd, più Pasquale Tridico del M5s hanno già messo in chiaro, nelle riunioni di staff, che in caso di sconfitta torneranno a Bruxelles-Strasburgo dove sono stati eletti nel 2024. Non rimarranno cioè a fare opposizione rispettivamente sui banchi dei consigli regionali di Marche, Puglia e Calabria, periferie dell’impero rispetto a Roma e piccoli mondi antichi a paragone delle vetrate anonime quanto prestigiose delle istituzioni europee. Gli scongiuri sono ben accetti, ci mancherebbe. Tuttavia nel dubbio questi eurocandidati sembrano avere tutti il biglietto aperto, con il possibile viaggio di ritorno, in caso di sorte avversa, per Bruxelles-Zaventem. Ticket pronto al check-in in qualsiasi momento. Al momento non va di moda il “lodo Orlando”: l’ex ministro del Pd dopo aver perso le regionali contro Marco Bucci ha deciso di dimettersi da deputato per fare politica in Liguria (ottenendo però un incarico nazionale da Elly Schlein: sicché si occupa di crisi industriali come della Gronda o del sottopasso di Imperia). Ma per chi dice di amare virgilianamente la terra che l’ha generato – come Ricci, Decaro e Tridico – cosa ci sarebbe di più bello e vero nell’annunciare fin da subito: in caso di sconfitta porterò avanti la mia idea di regione anche dall’opposizione? Ma niente, il gate chiama.
Finora nessuno di loro lo ha detto, e se ne guarda bene. Anche se questi tre moschettieri hanno percorsi diversi. Ricci, ex sindaco di Pesaro nonostante la grana giudiziaria, dice di essere a un’incollatura dal presidente uscente, il meloniano Francesco Acquaroli. La sua prima tifosa si chiama Alessia Morani, solida riformista del Pd, e soprattutto prima dei non eletti alle europee, che gli subentrerebbe in caso di vittoria delle elezioni. Tridico invece, da Scala Coeli nel Cosentino, ha detto ai suoi colleghi del M5s che l’argomento ancora non si è posto e che anzi non ci vuole pensare, impegnato com’è a studiare in questi giorni il “reddito di dignità” se i calabresi dovessero preferirlo a Roberto Occhiuto. Eppure anche questa dovrebbe essere un’informazione, o un bonus che dir si voglia, da offrire a un elettore. La prima dei non eletti nella circoscrizione sud per il M5s è Laura De Vita, molto vicina al candidato grillino in Campania Roberto Fico. Discorso ancora più complesso per Decaro il quale per il momento non ha nemmeno fatto il biglietto di andata per Bari, figurarsi quello di ritorno. Vive in aeroporto come Tom Hanks nel film “The Terminal”. Su Facebook, non più tardi di venerdì scorso, ha fatto sapere infatti che se non ci saranno le condizioni – se cioè Michele Emiliano e Nicola Vendola non si faranno da parte – resterà a fare l’europarlamentare in Europa, “lavoro prestigioso e impegnativo”. Se al contrario dovesse andare tutto bene a Decaro – visto che il centrodestra a oggi non ha ancora indicato un alfiere – gli subentrerebbe Georgia Tramacere, vicesindaca di Aradeo, nonché responsabile dei progetti internazionali dei Cantieri teatrali Koreja e soprattutto prima dei non eletti con 35.448 preferenze da far fruttare dopo oltre un anno. Dettagli e calcoli personali che tutti fanno. Al contrario di Matteo Piantedosi: se il ministro dell’Interno accettasse di correre in Campania dovrebbe dimettersi dato che il Viminale ha competenze sulle elezioni. “Ipotesi che non esiste”, dice il ministro. Per gli altri invece c’è un biglietto aperto per Bruxelles.
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