Dibattito nazionale: l'INE dovrebbe essere annullato per non aver votato? Proposta PVEM

Un'iniziativa presentata dal deputato Luis Enrique Miranda Barrera , del Partito Ecologista Verde del Messico ( PVEMM ), propone di sanzionare i cittadini che non votano alle elezioni e ai referendum con la cancellazione delle loro credenziali INE per un anno. La proposta, attualmente in fase di discussione, ha scatenato un dibattito sulla natura del voto e sui diritti civili.
Nel contesto della partecipazione dei cittadini e dei processi democratici in Messico, è emersa una proposta legislativa che cerca di modificare il rapporto dei cittadini con il suffragio. Il deputato Luis Enrique Miranda Barrera, membro del Gruppo Parlamentare del Partito Ecologista Verde del Messico (PVEM), ha presentato un'iniziativa per riformare l'articolo 36 della Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani, con l'obiettivo di stabilire il voto come un obbligo civico e sanzionare la sua inosservanza .
L'iniziativa del legislatore PVEM propone di aggiungere un paragrafo alla Sezione III dell'Articolo 36 della Costituzione. Questa modifica stabilirebbe esplicitamente l'obbligo dei cittadini della Repubblica di votare alle elezioni, ai referendum e ai processi di revoca, secondo i termini stabiliti dalla legge.
La sanzione proposta per il mancato rispetto di questo obbligo è radicale: l'annullamento della tessera elettorale rilasciata dall'Istituto Elettorale Nazionale (INE) come documento di identificazione ufficiale, per un periodo di un anno.
La deputata Miranda Barrera basa la sua proposta sull'idea che una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi elettorali legittimi i governi e faciliti la responsabilità da parte dei funzionari eletti. Egli sostiene che il voto dovrebbe essere considerato un obbligo e che l'applicazione di sanzioni incentiverebbe la partecipazione, rafforzando così le istituzioni democratiche del Paese.
Nell'ambito della sua argomentazione, il legislatore ha paragonato la situazione del Messico a quella di Paesi in cui il voto è obbligatorio, come Belgio, Australia, Brasile e Argentina. In queste nazioni, secondo il rappresentante, l'affluenza alle urne supera in genere il 75%, mentre in Messico, dove questo requisito non è obbligatorio, l'affluenza alle ultime elezioni si è attestata al 61%.
Al momento della presente relazione, l'iniziativa è in attesa di discussione e votazione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, e non è stata fissata una data per la sua analisi.
La proposta solleva inevitabilmente una discussione sulla natura del voto: è un diritto che può essere esercitato liberamente, compresa la possibilità dell'astensione come forma di espressione, oppure un obbligo civico la cui violazione deve essere punita? Imporre una sanzione come l'annullamento della credenziale INE, che in Messico è un documento di identificazione essenziale per molteplici procedure quotidiane, rappresenta una misura di notevole impatto.
Sebbene l'obiettivo di incoraggiare la partecipazione dei cittadini sia ampiamente condiviso, la coercizione potrebbe portare a una "partecipazione artificiale". Ciò significa che i cittadini potrebbero recarsi alle urne semplicemente per evitare sanzioni, senza un esercizio di voto informato e ponderato, il che potrebbe non tradursi in un miglioramento della qualità della democrazia e potrebbe anzi generare maggiore malcontento.
Inoltre, l'attuazione pratica di una misura di questa natura comporterebbe notevoli sfide logistiche per l'INE, che è responsabile di verificare chi ha votato e di applicare le sanzioni. Sorgono anche dubbi su come verranno gestiti i casi di cittadini impossibilitati a votare per giustificati motivi, come malattia, ostacoli all'accesso in aree remote o assenza dal seggio elettorale per cause di forza maggiore. Senza adeguate garanzie, la misura potrebbe avere un impatto sproporzionato su popolazioni già vulnerabili.
Il dibattito è in corso e si prevede che l'esito di questa controversa proposta al Congresso sarà noto nelle prossime settimane o mesi.
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La Verdad Yucatán