Finanziamento singolare, quadratura del cerchio

I numeri non bastano per garantire più fondi alla Catalogna senza sottrarli al resto delle comunità autonome o allo Stato.
La proposta del governo di Pedro Sánchez di onorare il suo impegno con i separatisti concedendo finanziamenti "unici" al governo catalano è l'equivalente politico della quadratura del cerchio. Il Ministero delle Finanze, guidato da María Jesús Montero, sostiene che concedere strutturalmente maggiori risorse all'amministrazione di Salvador Illa non danneggerà le altre regioni attualmente parte del sistema comune, né danneggerà le casse pubbliche.
Tuttavia, analisti ed economisti sono di parere opposto, avvertendo che concedere una quota alla Catalogna drenerebbe il governo centrale fino all'1,5% del PIL all'anno, circa 24 miliardi di euro. Lo Stato taglierà la spesa nella stessa misura? O aumenterà il suo già record di ricorso al debito pubblico per coprire i pagamenti di Sánchez ai separatisti? E come compenserà le altre regioni per mantenere il principio di uguaglianza tra i territori nel finanziamento dei loro servizi pubblici?
Come se non bastasse, difficoltà tecniche potrebbero ostacolare l'attuazione del nuovo sistema di finanziamento del governo catalano. Gli ispettori fiscali avvertono che la separazione delle funzioni di riscossione e controllo svolte in Catalogna dalla tesoreria dello Stato avrà un impatto sulla lotta alla frode fiscale e potrebbe generare conflitti tra i funzionari interessati dal trasferimento di poteri alla nuova Agenzia delle Entrate Catalana. Inoltre, sorgono dubbi sull'impatto del finanziamento una tantum sul controllo del deficit e del debito pubblico.
La Generalitat Catalana è attualmente la municipalità con il maggior volume di debito nei confronti dello Stato attraverso il Fondo di Liquidità Regionale, a causa della cattiva gestione del bilancio e delle continue accuse di mancanza di risorse, nonostante diversi rapporti indipendenti abbiano indicato che la Catalogna è una delle regioni che beneficia maggiormente dell'attuale modello di finanziamento regionale.
Né appare semplice l'adeguamento politico del patto fiscale, nonostante la proposta di estenderlo al resto delle regioni che ne fanno richiesta, visto il rifiuto unanime del resto dei governi regionali (compresi quelli guidati dal PSOE, come Asturie e Castiglia-La Mancia), di alcuni gruppi parlamentari minoritari e di Junts, che si oppone alla quota concordata dal PSOE e dal PSC con ERC, considerandola insufficiente.
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