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Illa si prepara a chiedere ad Aena di ampliare l'aeroporto di El Prat.

Illa si prepara a chiedere ad Aena di ampliare l'aeroporto di El Prat.

Il governo catalano prevede di presentare la sua proposta la prossima settimana, o al più tardi quella successiva, sulla base delle deliberazioni del comitato di esperti che sta lavorando a una soluzione per ampliare la capacità operativa a lungo raggio dell'aeroporto El Prat.

Le fonti consultate indicano che sono ancora in corso diverse riunioni con il comitato di esperti e, in effetti, il presidente di Aena, Mauricio Lucena, ha visitato gli uffici del Palau de la Generalitat. Sarà poi il presidente Salvador Illa a prendere la decisione. In linea generale, la soluzione prevede l'estensione di 500 metri della terza pista, quella più vicina al mare e utilizzata per i decolli; la creazione di un nuovo organo istituzionale che consenta di tenere conto della voce delle amministrazioni locali nella gestione e nella strategia aeroportuale; e la concessione di una compensazione per coprire gli impatti ambientali che l'ampliamento comporterà.

"Avremo un'ottima proposta, nella misura del possibile", ha assicurato ieri il ministro della Presidenza, Albert Dalmau, dopo aver sottolineato che il Governo "rispetterà scrupolosamente gli accordi di investitura", riferendosi alle condizioni imposte dall'ERC in merito.

Il governo catalano avrà un ruolo decisivo ma non vincolante nella strategia aeroportuale.

L'ampliamento della terza pista e la "governance" – la capacità della Catalogna di influenzare determinate decisioni relative agli aeroporti catalani – sono questioni chiave, entrambe venate di controversie. Tuttavia, l'ampliamento delle infrastrutture è un tema particolarmente sentito da Salvador Illa, convinto che se la Catalogna vuole riconquistare la leadership economica della Spagna e diventare un attore chiave nell'economia europea, abbia bisogno di una connettività internazionale più ampia e migliore. Inoltre, per il presidente, ciò dimostra che il governo catalano sta prendendo decisioni e che la sua capacità gestionale non viene compromessa.

L'estensione di 500 metri della terza pista di El Prat interesserebbe le due aree protette circostanti, Ricarda a nord e Remolar a sud, ma le fonti consultate sottolineano che il progetto proposto riduce significativamente l'impatto sull'area settentrionale, Ricarda, su cui erano state concentrate tutte le preoccupazioni ambientali sollevate durante il dibattito sull'ampliamento. Inoltre, sono in fase di preparazione misure di compensazione "molto ambiziose" per contrastare gli effetti dell'estensione della pista.

La distanza guadagnata dalla terza pista consentirà ai velivoli di grandi dimensioni di decollare e atterrare senza problemi e si prevede che l'investimento complessivo supererà i 2 miliardi di euro, includendo la ristrutturazione in corso del Terminal 1, del Terminal 2 e la costruzione del terminal satellite previsto.

Il modello di governance del porto di Barcellona non è applicabile all'aeroporto.

L'altra questione su cui si sono concentrate le discussioni degli esperti è la "governance", secondo le parole dell'ERC. Oltre a esprimere la loro opposizione a qualsiasi ampliamento delle piste, i repubblicani hanno posto l'accento sulla gestione aeroportuale, dove ritengono che la Generalitat de Catalunya e le amministrazioni interessate debbano avere un "ruolo decisivo" in alcune decisioni strategiche, come le rotte aeree o gli investimenti. Ciò è affermato nell'accordo di investitura firmato dal PSC e dall'ERC.

Per accogliere le richieste dei repubblicani, viene proposta una formula che consentirebbe al governo catalano di essere "un attore chiave nel processo decisionale strategico relativo all'aeroporto di El Prat", come il piano generale, gli investimenti, ecc. Tuttavia, l'organismo attraverso il quale verrebbe incanalata questa richiesta avrebbe un'influenza limitata e, pertanto, i suoi poteri, in conformità con le leggi vigenti, inclusa la Costituzione, per cui il suo ruolo sarebbe puramente consultivo.

Le fonti consultate sottolineano che il modello del Porto di Barcellona, ​​governato da un consiglio di amministrazione composto dall'Amministrazione Generale dello Stato, dalla Generalitat (Governo della Catalogna), dal Comune di Barcellona, ​​dal Comune di El Prat, dai sindacati e dalle aziende, non è applicabile all'aeroporto a causa della natura del gestore aeroportuale, Aena, una società quotata in borsa di proprietà statale. Alcuni sottolineano, infatti, che le azioni della società sono scese del 7% dopo la divulgazione dei dettagli dell'accordo di investitura con ERC.

La proposta riduce significativamente l'impatto sull'area protetta di Ricarda

Una volta che il Governo avrà deciso di ampliare l'aeroporto quest'estate, saranno presentate le bozze del progetto e poi si aprirà il periodo di esposizione al pubblico, con l'obiettivo di arrivare all'autunno del 2026, quando è prevista l'approvazione definitiva di DORA III, il documento di regolamentazione aeroportuale che rispecchierà tutti questi investimenti.

Se il progetto andrà avanti, l'aeroporto si lascerà alle spalle anni di paralisi, anche se ci vorranno ancora anni prima che sia completamente realizzato. La valutazione ambientale potrebbe richiedere fino a tre anni prima dell'inizio dei lavori, seguiti da altri cinque anni di costruzione.

Alla ricerca del consenso politico

Dopo aver aperto la strada finanziaria alla Generalitat con l'approvazione di un bilancio supplementare di 4 miliardi di euro grazie ai suoi partner d'investimento, l'ERC (Partito Rivoluzionario Repubblicano) e il Comuns (Partito Comunista), Illa sta affrontando la questione aeroportuale poco prima di affrontare l'altra grande questione della legislatura: il finanziamento una tantum. Sebbene il presidente sia determinato a portare avanti l'ampliamento, la situazione politica in Catalogna richiede, come avvenuto finora, un accordo politico. Questo accordo implicherebbe il raggiungimento di un'intesa con l'ERC (Partito Rivoluzionario Repubblicano), che ha espresso per iscritto la sua posizione sull'aeroporto nel patto d'investimento. Con i Comuns (Partito Repubblicano), altro alleato di Illa, un'intesa è impossibile perché sono radicalmente contrari al progetto e si stanno già preparando ad affrontarlo con tutti i mezzi a disposizione. Il governo non ha bisogno dell'avallo parlamentare per portare avanti il ​​suo piano di ampliamento, ma appare fondamentale il più ampio consenso possibile affinché il progetto riceva l'approvazione dell'Europa, che avrà l'ultima parola sulla fattibilità delle opere.

lavanguardia

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