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Meglio che tu ti conformi

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Facendo esplicito riferimento all'assenza di Carles Puigdemont e Lluís Puig dal Parlamento, il Presidente Salvador Illa ha delineato, in un discorso di un'ora e 40 minuti, le sue priorità in materia di alimentazione e, soprattutto, affrontando una delle principali preoccupazioni dei cittadini: la crisi abitativa. I catalani spendono più di un terzo del loro reddito familiare per l'alloggio e le utenze, e l'accesso a un appartamento è uno dei principali fattori di disuguaglianza sociale. Non illudiamoci: la crisi abitativa non è una novità. Si trascina da troppi anni, ma per molti catalani la situazione ha raggiunto il limite.

Il presidente catalano Salvador Illa durante il dibattito politico generale in Parlamento

Il presidente catalano Salvador Illa durante il dibattito politico generale in Parlamento

Ana Jiménez

Solo a Barcellona, ​​più di 40.000 famiglie sono in lista d'attesa per l'edilizia popolare. E nel complesso residenziale di recente costruzione in Plaça de les Glòries – 238 appartamenti pubblici – si sono registrate non meno di 10.000 famiglie.

Ieri, Illa ha presentato il suo piano, che equivale a un "importante accordo nazionale", e ha annunciato la mobilitazione di terreni per costruire fino a 210.000 abitazioni nei prossimi cinque anni. L'anno scorso, sempre nel dibattito politico generale, il suo impegno era stato più modesto: 50.000 appartamenti. Di questi, 1.800 sono già disponibili grazie al diritto preferenziale del governo per l'acquisto di una casa, mentre il resto è ancora nel "cloud", per usare un'analogia informatica.

Illa affronta la questione emotiva dell'alloggio, il problema principale che devono affrontare i catalani.

Illa ha toccato il nervo emotivo di quello che, attualmente, è il problema principale per i catalani. Ma farebbe meglio a mantenere fede a quanto annunciato, affinché il suo piano non rimanga una mera aspirazione. Dopo anni di disinvestimenti, paralisi e politiche abitative irregolari da parte delle amministrazioni, è giunto il momento che questi sviluppi futuri inizino a diventare una realtà tangibile. Vedremo se alla fine si arriverà a 50.000 o 200.000 appartamenti e quanto sarà concreto questo accordo nazionale, che, per ora, solleva qualche dubbio e richiede la partecipazione del settore privato per poter costruire così tante abitazioni.

Ma affinché il piano di Illa abbia successo, sarà fondamentale l'approvazione, entro la fine del mese, del disegno di legge sulle misure urgenti in materia di edilizia abitativa e urbanistica. Questa legge, oltre a consentire l'intervento sul mercato degli affitti stagionali (che sta sostituendo la locazione tradizionale nelle grandi città), mira a ridurre la burocrazia che attualmente ritarda la costruzione di alloggi sociali a due anni e mezzo. Questa è una delle principali richieste del settore privato, il principale promotore dell'edilizia popolare in Catalogna, che denuncia che ci vogliono fino a cinque anni per costruire un complesso. Lo stesso settore sta sollecitando Junts (Junts) a raggiungere immediatamente un accordo con il PSC (Partito Socialista Operaio Spagnolo) sull'eliminazione della riserva del 30% per l'edilizia sociale a Barcellona.

lavanguardia

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