Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Portugal

Down Icon

E il 19?

E il 19?

Il 18 non avrò dubbi: voterò per il CDS (dove c'è) come al solito, perché non sono una di quelle che, stanca di un vecchio matrimonio, corre dietro alla prima minigonna.

Ho dei dubbi che l'AD vincerà con la maggioranza assoluta. Se questo non accadrà, resteremo dove siamo e ci trascineremo penosamente finché l’elettorato non mostrerà segni di stufo dei discorsi ai “portoghesi” che annunciano l’ennesimo piccolo bodo, un piccolo trionfo e la nomina di una commissione per la timida riforma di questo o quello – del Servizio Sanitario Nazionale, della Giustizia, dell’edilizia abitativa, della tassazione, della “lotta” contro gli incendi e la tragedia dei senzatetto e altre tragedie.

Se e quando avrà luogo una nuova consultazione elettorale, sarà probabilmente sotto gli auspici di un nuovo Presidente. E se questo è l'ammiraglio che forse trova cose importanti sul Paese e sul mondo, ma tiene per sé questi pensieri profondi mentre si libera dalle banalità, lo vedo già dire che bisogna "restituire la parola ai portoghesi", espressione consacrata per coloro che usano chiacchiere prefabbricate.

Forse non dovrà andare per forza così. A questo punto, i giornalisti avrebbero potuto competere per dare voce ai dissensi che sarebbero esistiti all'interno del Governo, tra i ministri AD che volevano riformare questo e quello, mentre i loro colleghi Chega si strappavano i capelli perché certe riforme avrebbero danneggiato la loro clientela elettorale e la loro visione del mondo, ma le elezioni non avrebbero avuto luogo.

Oppure viceversa o in un altro modo, poiché per gli esercizi controfattuali ognuno fa quello che vuole.

Non mancano magistrati opinionisti, alcuni dei quali autorevoli come António Barreto, che accoglierebbero con favore intese tra i due maggiori partiti per il meritorio obiettivo della “riforma”, perché il lento e costante scivolamento del Paese verso gli ultimi traguardi dello sviluppo preoccupa i più consapevoli. Tuttavia, non esiste riforma fondamentale di quasi nulla che non implichi la privatizzazione dell'economia e lo snellimento dello Stato e, con ciò, colpi mortali ai molteplici interessi che, come zecche ostinate, si sono radicati nel tessuto economico e sociale, proprio come risultato di decenni di politiche socialiste.

Il calcolo alla base dell’ingegneria centrofila è che offendere gli interessi di molti elettori “naturali” del PSD e del PS è possibile solo se i due sono d’accordo, altrimenti chi capitalizza sul malcontento di ciò che fa l’uno è l’altro, che alla prima marea ribalta tutto.

Come ragionamento non è male. Tranne per il fatto che quasi nessuna riforma degna di nota (tranne, forse, quella della Giustizia) può essere fatta con il PS, ma contro il PS. Quindi la difesa di un Centrão confessa due cose: una è che le riforme di destra non sono possibili in Portogallo; e l'altra è che chiunque le intraprenda si suicida.

Ma no: Passos Coelho ha dimostrato che è possibile essere autenticamente riformisti e vincere le elezioni; e l'ascesa di Chega garantisce che al di fuori del partito di Stato (come lo chiamava il defunto Medina Carreira) ci sia sufficiente capitale umano per costruire maggioranze.

Sarebbe auspicabile che i voti destinati a Chega fossero tutti per AD. Ma il fatto stesso che ciò non accadrà dimostra che coloro che a destra vogliono qualcosa di diverso non credono che con l'AD non ci sarà più la stessa cosa.

In Portogallo c'è gente che vuole cambiare. Se l'AD capisce questo e ha il vantaggio di una maggioranza assoluta (anche se ha bisogno del sostegno dell'IL), farebbe bene a ignorare le urla dei media e dell'opposizione e a ricostruire l'atmosfera della troika , questa volta senza l'umiliazione dei padroni stranieri, senza la pressione degli esami periodici di buona condotta e con il tempo per pensare e valutare.

Da dove cominciare? C'è così tanto da fare che non starò certo a farne un elenco, seduto comodamente sulla mia poltrona, perché sarebbe estremamente incompleto e, a tratti, anche molto discutibile.

Ma ora chiedo una riforma facile, rapida, gratuita e sana: l’astensione dal trattare i portoghesi come “portoghesi e portoghesi”. Questo linguaggio è codardo e ignorante. Codardo perché rappresenta una concessione semantica all'aria sinistrorsa dell'epoca, che in nome dell'uguaglianza prende a calci la tradizione a martellate; e ignorante perché non tiene conto della grammatica: il plurale maschile si riferisce non solo al genere maschile ma anche a quello femminile.

E, tutto sommato, forse non si tratta solo di una modifica al discorso. Che i cambiamenti necessari richiedono uomini con una barba folta, anche se sono donne. Del resto Margaret Thatcher o oggi Giorgia Meloni, e tante altre in passato e sempre più nel presente, indicano la strada senza che nessuno le accusi di mancanza di femminilità.

Nota editoriale: Le opinioni espresse dagli autori degli articoli pubblicati in questa rubrica potrebbero non essere pienamente condivise da tutti i membri di Oficina da Liberdade e non riflettono necessariamente la posizione di Oficina da Liberdade sugli argomenti trattati. Nonostante abbiano un modo comune di vedere lo Stato, che vorrebbero piccolo, e il mondo, che vorrebbero libero, i membri dell'Oficina da Liberdade e i suoi autori ospiti non sempre concordano sul modo migliore per arrivarci.

observador

observador

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow