I fisiatri chiedono la revoca dell'ordinanza sul progetto pilota

La Società portoghese di medicina fisica e riabilitazione ha chiesto mercoledì al Governo di revocare immediatamente il decreto che regola la creazione di un progetto pilota di assistenza continua integrata, sostenendo che vi è il rischio di disarticolazione tra le équipe.
In questione è un'ordinanza pubblicata il 7 aprile sulla Gazzetta Ufficiale, che disciplina "le condizioni per la creazione e l'attuazione del progetto pilota delle Equipe di Continuità Assistenziale (ECCI)" in sei aziende sanitarie locali, per un periodo di nove mesi.
Per la Società (SPMFR), il Governo, con questa misura, incoraggia la disarticolazione delle squadre e mette “a rischio” la popolazione e la salute pubblica .
L'ordinanza, affermano i fisiatri in una nota, promuove "chiaramente" la disarticolazione dell'assistenza sanitaria, "in disaccordo con tutti i principi strutturali di organizzazione e una visione integrata della riabilitazione".
Secondo l'organizzazione, la misura " incoraggia lo smembramento " dei team di assistenza continuativa, che "non hanno più un medico e dei tecnici, in particolare i fisioterapisti", una circostanza che considera grave e che "ripone tutta la responsabilità dell'assistenza domiciliare sugli infermieri, in sostituzione del medico e degli altri professionisti del team".
I medici affermano inoltre che “disaggregare i team multidisciplinari” responsabili dell’assistenza continuativa va contro le linee guida stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
"Si verifica una chiara violazione del modello tecnico-scientifico della riabilitazione, a dimostrazione del fatto che, ancora una volta, vengono disattesi gli standard e le linee guida internazionali definiti essenziali per l'erogazione dell'assistenza sanitaria", sostiene il presidente della Società, Renato Nunes, come citato nel documento.
L'SPMFR è pronto a collaborare con il Governo, "al fine di raggiungere l'eccellenza nell'erogazione dell'assistenza sanitaria".
Nel diploma, il Governo stabilisce che, dato l'invecchiamento della popolazione e la conseguente pressione sui sistemi sanitari e sociali, è diventata evidente la necessità di evolvere verso una riorganizzazione della risposta, che dia priorità all'accesso all'assistenza domiciliare, attraverso le Equipe Integrate di Assistenza Continua (ECCI), "affinché il cittadino rimanga, il più a lungo possibile, nel suo contesto sociale e familiare".
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