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Cdm impugna la legge sul fine vita della regione Toscana

Cdm impugna la legge sul fine vita della regione Toscana

Il governo, nel corso del Consiglio dei ministri di questo pomeriggio a palazzo Chigi, ha deciso di impugnare la legge della Regione Toscana sul fine vita. Lo si apprende al termine della riunione del Cdm.

La Toscana è stata la prima Regione ad approvare una legge sul fine vita lo scorso 11 febbraio. A sei anni dalla sentenza della Corte Costituzionale, che ha escluso la punibilità del medico che agevola il suicidio assistito, una amministrazione ha un testo che scioglie i nodi organizzativi ed economici.

La norma era stata approvata con i voti del Pd, a parte una esponente dell’ala cattolica del partito, di Italia Viva e dei Cinquestelle. Tutto era partito dalla proposta di iniziativa popolare presentata dall’associazione Coscioni.

Sulla decisione del Consiglio dei ministri, a stretto giro arrivano i primi commenti. Il presidente della regione Toscana Eugenio Giani afferma: "È paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte" costituzionale "che ha indicato la necessità di colmare un vuoto legislativo in materia di suicidio medicalmente assistito". E aggiunge: "Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone".

Il presidente del consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, commenta: "La decisione del Governo di impugnare la legge della Toscana sul fine-vita è semplicemente assurda: un'offesa per i malati che chiedono aiuto e soffrono e - allo stesso tempo - una mannaia nei confronti di una Regione che legifera bene, nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione, apripista in tutta Italia, ma che viene bloccata a livello nazionale. È accaduto con la norma sugli affitti brevi e sul turismo, con quella sui balneari e adesso accade con la legge sul fine-vita”.

Mazzeo prosegue: “L'aspetto grottesco (che però pagano i cittadini) è che il governo non solo ferma una Regione che riforma, ma non fa nulla per colmare vuoti normativi che attendono da anni. Mi chiedo davvero perché non ci lascino lavorare in pace su temi vicini alla gente e su cui, da anni, sono attese risposte da parte della politica".

Duro il segretario di +Europa, Riccardo Magi: "Sono falsi, falsi in tutto, persino in quello che predicano. Il governo ha impugnato la legge Toscana sul fine vita, alla faccia dell'autonomia di Salvini, che di fronte a una scelta presa da un Consiglio regionale che ha il diritto e il dovere di disciplinare le modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie, ammaina la bandiera autonomista e porta quella regione in tribunale. La Lega volta le spalle alla sua storia e si schiera per il centralismo bigotto dello Stato".

I parlamentari del Movimento 5 Stelle delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato scrivono: "La decisione di questo governo medievale di impugnare la legge della regione Toscana sul fine vita è gravissima e inaccettabile, rappresenta uno schiaffo a chi soffre e alle sollecitazioni della Corte costituzionale. Non solo Meloni e i suoi si rifiutano di lavorare a una normativa nazionale, ma mettono i bastoni tra le ruote alle poche regioni virtuose che si stanno dotando di leggi di civiltà. Quelle stesse regioni usate per il vergognoso scaricabarile cui il governo si aggrappa ogni volta che deve coprire i propri fallimenti, come nel caso delle liste d'attesa. Il nostro Paese ha bisogno di una legge sul fine vita, il Movimento 5 Stelle ha depositato due proposte, una alla Camera e una al Senato, si parta immediatamente da quelle per dare risposte a chi soffre e non ha la possibilità di condurre una vita dignitosa".

Secondo Angelo Bonelli, parlamentare di Avs e co-portavoce di Europa Verde, "il governo, impugnando la legge sul fine vita della regione Toscana, ha compiuto un atto di ferocia ideologica contro le famiglie e i malati terminali, condannati al dolore e all'accanimento terapeutico dall'inerzia colpevole dell'esecutivo che, nonostante le sentenze della Corte costituzionale, non legifera sul fine vita."

La Repubblica

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