Il ministro Lollobrigida: “Stop ai pirati del cibo. Il voto nelle Marche? Vince Acquaroli”

Ancona, 13 maggio 2025 – Ministro Francesco Lollobrigida, per due giorni sarà in visita nelle Marche, una terra di eccellenze agroalimentari e vitivinicole. È un patrimonio da difendere da fenomeni pericolosi come l’agropirateria e anche da imitazioni più o meno lecite.
"Condivido. Le Marche sono una regione straordinaria e già il nome, al plurale, restituisce il senso delle differenze tra territori, che rappresentano un grande valore aggiunto. Qui c’è una cultura alimentare particolarmente ricca di prodotti, che negli ultimi anni si sono straordinariamente affermati sui mercati. La Regione ha assecondato questa vocazione attraverso la partecipazione a grandi eventi internazionali e la promozione legata a grandi campioni dello sport, da Mancini a Tamberi. Ricordo con piacere la missione a Parigi nell’ambito della candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco. L’allora ministro francese, Marc Fesneau, sottolineò la grande capacità dell’Italia di promuovere la cucina e tutte le produzioni ad essa collegate. E mi permetto di dire che i risultati si sono visti. Abbiamo toccato la quota di 70 miliardi per l’export agroalimentare, più sette miliardi negli ultimi anni, frutto della capacità dei nostri imprenditori e dell’azione sinergica del governo e delle Regioni".
Ma servono misure di protezione per i prodotti.
"È vero, provano a imitarci, a volte in maniera lecita, altre meno. Ebbene, dopo anni di attesa il nostro governo ha promosso un Ddl (disegno di legge) che introduce tre nuovi reati: frode alimentare, agropirateria, emulazione di simboli tipici di prodotto italiano. Ovviamente abbiamo inasprito le sanzioni per chi compie questo genere di reati, partendo dai tanti testi che giacevano in Parlamento, annunciati e mai approvati, e dai consigli delle nostre forze dell’ordine, che hanno bisogno di strumenti adeguati in termini normativi. Infatti, abbiamo anche istituito una cabina di regia che coordina l’attività delle forze dell’ordine, per poter verificare chi danneggia il sistema Italia con pratiche illegali, ma senza vessare le aziende. Il potenziamento del sistema dei controlli con funzione deterrente sta già dando risultati eccezionali".
Veniamo all’allevamento. Coldiretti lancia l’allarme per i lupi: quasi duecento attacchi nel 2024 e danni per 110mila euro. Che cosa risponde?
"Fin dall’insediamento sostengo che se vogliamo rispettare l’equilibrio dell’ecosistema, dobbiamo mettere l’uomo nella condizione di essere bioregolatore, capace cioè di aiutare le specie quando rischiano l’estinzione, ma anche di intervenire quando una specie eccede in presenza, fino a mettere a rischio forme di allevamento. In Europa ci siamo battuti per rivedere la forma di protezione del lupo, da specie ’super protetta’ a specie ’protetta’, coinvolgendo l’Ue e arrivando alla revisione della convenzione di Berna. A suo tempo quel genere di protezione fu una misura corretta, ma oggi va rivalutata e vanno previste delle forme di intervento che possano permettere l’esistenza del lupo in un quadro di rispetto di altre specie, uomo compreso".
Per l’agricoltura si apre la sfida dell’adattamento ai cambiamenti climatici, da eventi estremi che danneggiano le produzioni a estati siccitose nelle quali torna il problema dell’approvvigionamento idrico.
"A oggi dobbiamo fare i conti con un quadro climatico profondamente cambiato. Eventi alluvionali devastanti hanno coinvolto anche le Marche, mentre i periodi siccitosi non possono essere considerati emergenziali, perché ciclici. Dobbiamo riproporre, e dico riproporre perché ne abbiamo avuto esperienza in epoche passate, un sistema di accumulo delle acque con l’utilizzo di bacini esistenti e la realizzazione di nuovi attraverso un piano invasi. Abbiamo già varato un decreto ad hoc che semplifica la realizzazione di invasi o la riqualificazione di bacini, e nominato un commissario che ha attivato un piano per tutta l’Italia. I risultati non saranno immediati, ma c’è già un’attività su questo fronte mai registrata negli anni precedenti".
Parliamo della nuova Pac (Politica agricola europea). L’approccio della nuova commissione Ue sembra cambiato.
"Gli ultimi cinque anni sono stati devastanti dal punto di vista della prevalenza di approcci ideologici al tema dell’ambiente. Il vicepresidente Timmermans aveva ‘imposto’ scelte che in nome di politiche iperambientaliste mettevano l’agricoltore in contrasto con l’ambiente, una follia. Prima dall’opposizione e poi al governo ci siamo battuti in Europa perché i primi custodi del territorio, agricoltori e pescatori, tornassero a essere considerati ciò che sono stati per millenni, curatori delle cose più preziose che hanno, terra e mare, e garanti del territorio anche rispetto ai cambiamenti climatici. La sterzata della nuova commissione è oggettivamente dovuta anche alle battaglie compiute in Agrifish (consiglio agricoltura e pesca) dal nostro governo e dalla presidente Meloni in prima persona, che il 21 marzo 2024 hanno portato i leader europei a parlare di agricoltura accanto ai grandi temi internazionali. In quella riunione si è stabilita un’inversione di tendenza con la revisione della Pac, che torna a essere incentivante e non penalizzante. Oggi, la visione proposta dal commissio Hansen con la collaborazione del vicepresidente esecutivo Fitto segna un cambio di passo e si torna ad avere nella sovranità alimentare un punto di riferimento per le politiche europee".
La pesca vive una crisi ormai pluridecennale: redditività in calo, regole asfissianti, l’invasione delle cosiddette specie aliene. Eppure è un comparto fondamentale per le Marche.
"Un mese e mezzo fa abbiamo ricevuto in Italia il commissario europeo alla pesca, Costas Kadis, proprio nelle Marche, a San Benedetto. Il presidente Acquaroli ha chiesto e ottenuto che venisse a visitare una realtà importante, che negli anni ha visto scemare l’attenzione delle istituzioni. In Europa abbiamo segnato un punto: nella trattativa di dicembre per la prima volta abbiamo ottenuto di azzerare le riduzioni imposte ai pescatori, che finalmente respirano dopo avere visto l’entità delle marinerie ridursi negli anni del 30-40%. Ma anche come governo abbiamo voluto garantire fondi alle marinerie, aprendo pure ai pescatori bandi prima riservati soltanto agli agricoltori, ad esempio quello dedicato all’innovazione con una dotazione di 300 milioni. Aggiungo: abbiamo modificato una legge importante, la 102 del 2004, che oggi mette i pescatori in condizione di avere gli stessi indennizzi degli agricoltori in caso di calamità, dalla mucillagine fino al granchio blu".
Nelle Marche si vota e il governatore di FdI, Francesco Acquaroli, cercherà il bis. Di fronte avrà probabilmente il campo largo, per la prima volta, e l’europarlamentare del Pd, Matteo Ricci. Siete preoccupati?
"Guardi, credo che il lavoro fatto dal governatore Acquaroli sia sotto gli occhi di tutti. Le Marche sono diventate una regione strategica del sistema Italia. Sono tornate protagoniste grazie a un’azione di promozione, riuscendo anche a colmare il gap accumulato in anni nei quali poco o nulla era stato fatto in termini strategici e infrastrutturali. Saranno i cittadini a giudicare, ma certamente avranno di fronte, oltre che una competizione elettorale, una scelta di fondo tra una regione proiettata nel futuro e un ritorno al passato. Ai campi larghi io credo poco, credo piuttosto che le coalizioni debbano avere programmi derivanti da valori e da proposte omogenee dalle quali fare scaturire delle strategie efficaci. Sono convinto che anche attraverso il coinvolgimento del civismo che affianca il centrodestra, il risultato della conferma di Acquaroli è alla portata".
İl Resto Del Carlino