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Le misure sul lavoro potrebbero peggiorare le condizioni del mercato del lavoro

Le misure sul lavoro potrebbero peggiorare le condizioni del mercato del lavoro

"I datori di lavoro continuano con la loro politica di bassi salari e le disuguaglianze aumentano con l'aumentare del livello di istruzione e delle qualifiche dei lavoratori". Questa critica è stata avanzata dall'economista Eugénio Rosa nel suo ultimo studio, dove afferma anche che il programma del governo "non contiene misure concrete per cambiare la situazione e rappresenta un ostacolo all'attrazione e al mantenimento dei lavoratori più qualificati e allo sviluppo del Paese".

Sulla base dei dati del Ministero del Lavoro, l'economista afferma che tra il 2013 e il 2023 la retribuzione oraria base media è aumentata di 1,69 euro, passando da 5,19 a 6,88 euro, "secondo i dati delle stesse tabelle del personale, che vengono inviate obbligatoriamente ogni anno dalle aziende al Ministero del Lavoro e poi pubblicate da questo Ministero".

Eugénio Rosa sottolinea inoltre che gli aumenti dei salari e dei guadagni medi e mediani dei lavoratori tra il 2013 e il 2023, sia in euro che in percentuale, sono stati, in generale, maggiori per coloro con "un livello di istruzione inferiore al primo ciclo di base" e con "istruzione di base" rispetto ai lavoratori con "istruzione secondaria e post-secondaria" e "istruzione superiore". E l'economista non ha dubbi sul fatto che il nuovo programma governativo di Luís Montenegro "potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione".

Nell'ambito del Ministero del Lavoro, afferma, è in atto una serie di misure per rivedere la legislazione del lavoro che, se attuate, "peggioreranno le condizioni dei lavoratori e delle donne, poiché continuano a essere la parte più debole nel rapporto di lavoro, come è stato dimostrato, e naturalmente soffriranno di più".

Tra le misure, evidenzia una maggiore flessibilità nei regimi di assunzione, "che va intesa, oltre a quanto detto, per cui si usa il termine 'vale a dire', anche una maggiore facilità nel licenziamento dei dipendenti, rendendolo più facile ed economico".

L'economista aggiunge anche l'importanza di "rivedere il sistema di protezione sociale in caso di disoccupazione, al fine di renderlo più equo e trasparente, favorendo il reinserimento nel mercato del lavoro", il che si traduce in "maggiori difficoltà nell'ottenere e mantenere le indennità di disoccupazione e una riduzione del periodo di maturazione, con conseguente peggioramento della povertà". Riguardo al "bilanciamento più appropriato dell'esercizio del diritto di sciopero", presente nel programma del governo, Eugénio Rosa ritiene che ciò "creerà maggiori difficoltà nell'esercizio del diritto di sciopero in diversi settori, con l'obiettivo di indebolire la posizione dei lavoratori e dei loro sindacati e rendere più difficile per loro lottare per salari e condizioni di lavoro migliori".

Altre misure

Oltre a queste misure, il Governo intende anche aumentare il salario minimo a 1.100 euro nel 2029, pagare ferie e gratificazioni natalizie in dodicesimi, acquisire giorni di ferie aggiuntivi, ridurre l'orario di lavoro con una riduzione proporzionale dello stipendio, prevedere un nuovo incentivo al lavoro e prolungare il congedo parentale. Per quanto riguarda la legge sullo sciopero – la misura più controversa – sono state sollevate numerose critiche.

Riguardo alla misura delle ferie aggiuntive, fortemente criticata, Armindo Monteiro, presidente del CIP, si è difeso al nostro quotidiano: «Riguardo alle critiche, la considero più che semplice ignoranza o sfiducia. Si tratta di una misura applicata dal lavoratore e che l'azienda deve naturalmente accettare. E a cosa serve? A consentire al lavoratore di usufruire di più giorni di ferie, in altre parole, è un diritto che viene concesso al lavoratore in cambio della perdita della retribuzione. Se l'azienda non lo accetta, non glielo si può revocare. Quindi, dov'è la polemica? Non capisco queste reazioni. Mi sembra davvero triste».

Riguardo agli scioperi, l'ex Ministro del Lavoro, José António Vieira da Silva, ha già affermato che "un cambiamento in un ambito così delicato può essere giustificato solo se sussistono ostacoli significativi all'attuazione di questa misura. E possiamo chiederci: ci sono ostacoli significativi allo sviluppo del Paese dovuti agli scioperi? Rispetto ai dati internazionali, siamo ben lungi dall'essere uno dei Paesi in Europa con la più alta incidenza di scioperi", ha sostenuto.

La CGTP ha difeso in una dichiarazione che "le modifiche alla legislazione del lavoro, sotto l'egida di 'semplificazione e sburocratizzazione', mirano a condizionare ulteriormente l'esercizio del diritto costituzionale di sciopero e a rispondere alle iniziative dei datori di lavoro". Questa idea è in linea con l'UGT. Sérgio Monte, Vice Segretario Generale dell'UGT Portogallo, ha messo in guardia dal rischio di misure unilaterali, come la modifica della legge sullo sciopero, che considera una "linea rossa".

Jornal Sol

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