Caldo estremo e incendi, cosa ci dicono i roghi e la devastazione in Spagna e Portogallo

Un’(altra) estate di fuoco. E fiamme. Spagna e Portogallo stanno combattendo con un’emergenza devastante provocata da incendi boschivi record con oltre 250mila ettari in fiamme. A fare da miccia un’ondata di caldo senza precedenti con punte che hanno lambito e talvolta superato anche i 44 gradi Celsius in alcune aree. Il calore estremo ha ovviamente contribuito a creare le condizioni ideali per l’innesco e la diffusione delle fiamme, scatenando roghi che hanno costretto all’evacuazione migliaia di persone e al dispiegamento massiccio di personale di emergenza.

In Spagna gli incendi hanno già distrutto oltre 115.000 ettari di terreno, soprattutto in Galizia, con la provincia di Ourense che si segnala tra le zone più colpite. 575 residenti di diverse città della provincia di Salamanca sono stati evacuati. In Castiglia e León sono oltre 3.000 le persone sfollate, mentre resta alta la preoccupazione per i danni ambientali, dopo che un altro vasto rogo ha già colpito nei giorni scorsi il parco naturale di Las Médulas, patrimonio UNESCO. Più di 13.600 gli agenti delle Forze di Sicurezza dello Stato impegnati nei soccorsi, supportati sa 500 militari a supporto di quella che si qualifica come probabilmente la più grande mobilitazione della protezione civile europea nella storia del Paese.
In PortogalloNon vanno meglio le cose in Portogallo che ha schierato contro l’emergenza incendi qualcosa come 3.200 vigili del fuoco, soprattutto nelle regioni di Arganil e Sátão. Nel Paese lusitano sono già bruciati circa 139.000 ettari, un’area 17 volte superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, provocando almeno una vittima e diversi feriti. Il governo portoghese ha richiesto l’assistenza del meccanismo di protezione civile dell’UE e attende l’arrivo di due aerei Fire Boss per rafforzare i soccorsi.
A rischio il Cammino di SantiagoGli incendi stanno mettendo a rischio anche uno degli itinerari turistici di maggior richiamo e fascino: il cammino di Santiago. La sera del 17 agosto la Protezione Civile di Castiglia e León, nel nord-ovest della Spagna, ha infatti chiesto alle persone che stanno facendo un tratto del Cammino di Santiago che passa per la regione di interrompere il percorso, a causa dei grossi incendi che continuano da diversi giorni nella regione.

Migliaia di pellegrini e turisti sono rimasti bloccati nelle stazioni di Zamora e Ourense, per l'interruzione ormai da 5 giorni delle linee ferroviarie dell'alta velocità fra Madrid e la Galizia. In Spagna, in particolare, da inizio anno sono andati in fumo oltre 343.862 ettari di vegetazione, un record storico per la Spagna, superando i dati del 2022 (306.555 ettari) nonostante il numero dei roghi sia meno della metà.
Le stime del Sistema Europeo di Informazione sugli Incendi Forestali (Effis) situano quello iberico come il Paese dell'Ue più colpito dai roghi, davanti al Portogallo. Da quando sono scoppiati, ai primi di agosto, si contano quattro vittime, la maggior parte fra i soccorritori, centinaia di comuni evacuati, 31.000 persone sfollate in via preventiva, con le fiamme che hanno raggiunto il cuore dei Picos d'Europa, a cavallo fra Castiglia e Leon e le Asturie, e forzato la chiusura della Via del Cares, uno dei sentieri escursionistici più noti d'Europa. Spagna e Portogallo rappresentano i paesi più colpiti, ma l'emergenza roghi non è stata mai così attuale in tutta Europa. Secondo le stime del programma spaziale Copernicus, nel 2025 i roghi hanno bruciato circa 8.948 chilometri quadrati di boschi in tutta l’Unione Europea: mai una superficie così vasta dal 2006.
Luce