Una lettera psicografata non può essere utilizzata come prova legale, ha stabilito la Corte superiore di giustizia (STJ).

Il sesto collegio della Corte superiore di giustizia ha deciso all'unanimità che una lettera psicografata non può essere accettata come prova in un procedimento legale perché... Manca l'affidabilità minima necessaria per supportare razionalmente la verifica dei fatti. .
Con questa consapevolezza, il collegio ha accolto la richiesta della difesa di respingere una lettera psicografata presentata al tribunale dall'accusa, nonché le prove relative agli atti di psicografia.
"Nonostante le controversie filosofiche e gli sforzi storici che circondano l'argomento, non ci sono ancora prove scientifiche solide e affidabili che dimostrino l'esistenza della vita dopo la morte e della comunicazione con le persone decedute", ha affermato il relatore, il ministro Rogerio Schietti Cruz.
All'inizio del caso, due uomini sono stati accusati di omicidio aggravato e due capi d'imputazione per tentato omicidio. Durante le indagini, la polizia ha raccolto la testimonianza di un testimone che avrebbe agito come medium e ha trascritto psicograficamente le informazioni trasmesse dalla vittima.
La validità della lettera è stata riconosciuta dai tribunali di grado inferiore, tra cui una petizione di habeas corpus respinta dalla Corte di Giustizia del Mato Grosso do Sul. Secondo il tribunale statale, il documento non era necessariamente stato prodotto con mezzi illeciti e poteva essere utilizzato come prova indiziaria, da analizzare congiuntamente ad altri elementi.
Per essere ammissibili in giudizio, le prove devono essere legali e affidabili. Inoltre, la libertà di valutazione deve seguire criteri razionali per l'accertamento dei fatti.
Secondo il ministro, affinché una prova sia ammissibile in un procedimento giudiziario, deve essere legale e affidabile, dimostrando una capacità minima di chiarire il fatto asserito.
Per quanto riguarda specificamente i casi sottoposti a un processo con giuria, il ministro ha avvertito che è essenziale che il giudice filtri le prove presentate ed eviti che prove irrilevanti o inaffidabili inducano i giurati a conclusioni irrazionali e potenzialmente errate.
"Nemmeno la garanzia fondamentale di una difesa completa consente di attenuare questi requisiti di ammissibilità delle prove. Tale garanzia non dovrebbe implicare che, in un processo con giuria, vi sia una sorta di arbitrio procedurale a favore della difesa, che deve anche rispettare il giusto processo", ha valutato il relatore.
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